Storia
Il teatro venne commissionato da Francesco I, nel 1586 a Bernardo Buontalenti per l’architettura, mentre la scena, organizzata con prospettive illusionistiche, venne allestita da G. Bardi. Nel 1589 lo stesso Buontalenti perfezionò l’opera, su indicazione del nuovo granduca Ferdinando I dopo di che si ebbe una sontuosa inaugurazione in occasione dei festeggiamenti per le imminenti nozze del Granduca con Cristina di Lorena. Fino ad allora gli spettacoli teatrale per la corte si erano tenuti nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, dove era stato allestito anche una sorta di palcoscenico.
Nel teatro vennero sperimentate anche nuove forme di intrattenimento, con opere di transizione verso il melodramma, come la recita de La pellegrina, dove le parti cantate superavano ormai quelle scritte.
Nel XVIII secolo, con l’invenzione (proprio a Firenze) dei più comodi teatri a palchi, e con il definitivo trasferimento della corte granducale a Palazzo Pitti il Teatro Mediceo venne disertato e poi smantellato. Infine vi furono ricavati due piani dove trovarono posto poi il Gabinetto di disegni e stampe e le sale della galleria degli Uffizi (al secondo piano), la cui ultima sistemazione risale agli anni ’50, ad opera di Giovanni Michelucci e altri architetti.
Architettura
Si trattava di un teatro di corte, composto da grande vano di altezza doppia (due piani), composto da gradinate semicircolari digradanti, che davano su una scena riccamente ornata, molto simile al Teatro Olimpico di Vicenza, ispirato quindi ai teatri dell’antichità classica. Al centro delle gradinate si trovava il palco granducale.
La sala era decorata come un giardino pensile, con statue di animali, imitanti probabilmente i decori della Grotta degli Animali nella Villa di Castello: “Sopra i gradi cominciava un ordine di balaustri finti di finissimi marmi, che formavano un vaghissimo ballatoio; dal piano di questa sorgea una spalliera di mortella fiorita; dopo questa, in cima di varie piante d’ogni sorta di frutti, vedeansi pendere gran quantità di pomi, altri acerbi, altri maturi, e tali ancora appena usciti del fiore; fra dette piante vedeansi camminare diversi animali, come lepri, capriuoli, ed altri sì fatti, che parevano veri particolarmente nel moto, che e’ facevano attorno alle piante; eranvi più sorte d’uccelli, alcuni de’ quali con ali spiegate vedeansi nell’aria quasi volando; ne’ vani tra finestra e finestra erano vasi di bellissime piante odorifere, ed altre di fiori di tutta bellezza, che spargevano odore soavissimo; ed insomma con tutto quest’ornamento facevasi comparire un vero ed amenissimo giardino.”
La scena mostrava in prospettiva illusionistica una veduta di Firenze, animata da numerosi personaggi, carrozze e quant’altro. Numerosi erano i trucchi scenici disponibili, con macchinari, botole e sostegni per appendere le corde con le quali far “volare” i personaggi.
Del teatro vero e proprio resta solamente il Vestibolo, dove a sinistra è quello che un tempo era il portale d’ingresso al teatro, oggi ingresso del Gabinetto Disegni e Stampe e di fronte le tre porte del Ricetto, su quella centrale, con le ante lignee intagliate con stemmi medicei, è il busto di Francesco I.